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Produrre per il mondo, una questione di regole e di cultura

Produrre per il mondo, una questione di regole e di cultura

Ancora una volta il presidente della famosa azienda Gattoni Rubinetteria, Remo Travaini, si mette in gioco con classe e maturata esperienza durante uno dei tanti incontri a tema concettuale, tecnico, social economico e strutturale promossi dal comitato tecnico della rivista Bagno Design sul delicato argomento "Produrre per il mondo. Questione di regole, questione di cultura". La famosa rivista Italiana è solita, infatti, proporre degli incontri di discussione con alte personalità del panorama aziendale italiano, affermate nel ramo dell'ambientazione da bagno. In quest'ultima e interessantissima tavola rotonda moderata da Davide Vercelli, della Bagno Design, una delle importanti voci invitate ad esprimersi era proprio quella di Remo Travaini. L'argomento del dibattito si incentrava sulle ipotetiche o reali difficoltà che un'azienda deve superare per potersi affermare su un mercato in completa espansione e in costante evoluzione come quello attuale e sulle strategie vincenti da utilizzare per poterne uscire trionfanti. Il presidente della Gattoni Rubinetteria ha spiegato in maniera chiara e concisa l'attuale situazione della sua importante azienda, che non riesce ad entrare come vorrebbe sul difficile mercato tedesco (cioè come marchio italiano di Gattoni Rubinetteria) pur considerandolo una tappa importantissima da compiere e da raggiungere assolutamente nel breve periodo. Remo Travaini ha poi spiegato come, nel mercato tedesco, sia la sua azienda che molte altre aziende italiane operino come terziste per il 90-95% dei casi togliendo molta luce e notorietà al marchio di fabbrica pur riscontrando ottimi risultati finanziari. Travaini ha poi concluso affermando che molte delle difficoltà incontrate nel difficilissimo mercato tedesco dipendono soprattutto dalla sbilanciata competizione costante tra produttori nostrani e produttori esteri, avvantaggiati da un potere di investimento molto più elevato rispetto alle nostre meno abbienti aziende italiane.