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'Il tempo' di Massimiliano Abati

Col passare degli anni, la nostra idea di tempo si è considerevolmente alterata. La nostra storia, a cui eravamo abituati ad attribuire una certa importanza, si è trasformata in avvenimento che nasce e muore in un niente;si cancella di volta in volta, dimenticando, tralasciando, costituendo scenari volti alla notizia. La storia degli oggetti, ha cambiato carattere per uso prettamente comunicativo. L’oggetto d’uso, è stato sconfitto dalle nostre affinità. I professionisti dotati di coscienza temporale, hanno a che fare con questo”presente”, continuamente cancellato e ricostituito.

Il loro compito? La conservazione delle esperienze, attraverso nuovi linguaggi. Discorso apparentemente “reazionario”, ma la cultura dell’oggetto d’uso, va riscoperta attraverso i significati di sei parole chiave: 1 TEMPO 2 MEMORIA 3 RIFLESSI 4 RICERCA 5 FORMA 6 COSE. Tralascio i discorsi accademici sull’utilitas, che ovviamente costituiscono lo scopo, dell’oggetto. I nostri sei punti vanno “linkati” tra loro, ed ognuno, porta ad un altro. Trascuro altresì ,la discussione sul “fashion”,per ovvi motivi. TEMPO num.1 :Intervallo fisiologicamente chiuso,ma culturalmente aperto. la collocazione di un’ esperienza vissuta attraverso uno strumento. Questo è l’archetipo oggetto. E’ da stabilire una cosa innanzitutto: ”Gli oggetti hanno una data di scadenza?”,”Quali sono i motivi che lo rendono obsoleto?” A questa domanda risponde la Storia con la “tecno-estetica”, ma non divaghiamo. Il discorso è di natura molto piu’ pragmatica. Si parla di come un’oggetto regge al tempo,il risultato oggettivo di un percorso d’uso, ricollocabile nel tempo. Mi spiego:L’onestà del bicchiere da osteria,rimane inviolata nel corso degli anni;il bicchiere da vino sovradimensionato, fragile, difficile da stivare, avrà vita anche dopo la “foga degustatrice”dei nostri giorni? L’oggetto ci deve accompagnare verso i nostri “quotidiani divenire”, ristabilendo un contatto onesto con il tempo e con le nostre coscienze. Concludo con una domanda che è anche una provocazione: ”Dobbiamo ricercare quello che un tempo eravamo costretti a trovare?”

MASSIMILIANO ABATI

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